08 aprile 2006

Il mio voto del 9 e 10 Aprile

Non so come sia negli altri paesi, ma in Italia ogni volta che si và a votare, sembrano i pròdromi di una guerra civile: entrambi gli schieramenti rivendicano per sè stessi la più perfetta adesione ai valori democratici, ed accusano l'altra parte di portare il paese ad uno sfascio irreversibile.
Forse in parte ciò è vero, poichè si scontrano due visioni che effettivamente sembrano in perfetta antitesi, ed irriducibili fra di loro.
Per quanto riguarda il linguaggio adoperato, anche se sotto i riflettori sono soprattutto le "esternazioni" di Berlusconi, dal quale uno avrebbe il diritto di aspettarsi un atteggiamento un po' più sobrio e consono alla carica ricoperta ed in cui vorrebbe essere riconfermato, non mancano e non sono mai mancati anche nella sua controparte manifestazioni piuttosto poco lusinghiere nei confronti dell'avversario politico e del suo elettorato.
Fino a qualche tempo fà, a torto o a ragione, i "coglioni" erano in generale gli elettori del centrodestra, ed in particolare quelli di Forza Italia.
Corsi e ricorsi della Storia ultimamente, e grazie alle dichiarazioni del solito mister B, questo termine è stato "riabilitato", e proprio per questo non potrò fregiarmene, poichè starebbe ad indicare quella parte di cittadini che andranno a votare pensando al bene generale del paese, guidati da un manipolo di capitani coraggiosi, il cui attivismo politico è assolutamente scevro da qualsivoglia interesse o aspirazione personale, tutti uniti soprattutto dall'esigenza di rigettare il Caimano nella palude da cui è sbucato.
Come dire insomma che sto sempre dalla parte sbagliata.
In realtà poi io non starei da nessuna parte.
Secondo una visione un po' ingenua del modello americano, avevo immaginato per la nostra politica una ripartizione se non in due partiti, almeno in due schieramenti, uno liberaldemocratico, l'altro socialdemocratico, che legittimandosi reciprocamente, si contendessero il governo eccetera eccetera...lo so è un'immagine da libro dei sogni che forse non esiste neanche nei paesi anglosassoni.
Sicuramente da noi abbiamo ancora parecchia strada da fare, e dobbiamo accontentarci di quello che passa il convento, però due schieramenti ce li abbiamo, e piaccia o meno questo lo si deve proprio a Berlusconi, la cui capacità di polarizzazione dei consensi frena perlomeno un certo consociativismo fra gli attori politici: così chi governa, governa; chi sta all'opposizione fa l'opposizione, con meno inciuci possibile fra le parti.
Le mie simpatie sono sempre andate a Forza Italia, nel quale vedevo sia la concreta possibilità di avere il primo partito liberale di massa, che potesse dare al paese appunto una cura di liberalismo, sia la possibilità di un partito che valorizzasse certi temi tipici della destra, senza essere troppo conservatore. Le cose non sono andate così: Forza Italia non è riuscita a rendersi autonoma dal suo fondatore che è rimasto il partito di Berlusconi; è stato dato sempre meno spazio ai liberli al suo interno a favore dell'ala più socialista, ed i discorsi sui valori sono stati delegati agli alleati, tranne poi mettersi a rivendicare, con opuscoli parrocchia per parrocchia, una maggiore corrispondanza della propria politica, con la dottrina sociale della Chiesa.
Nonostante tutto però Forza Italia resta per me l'unica scelta efficace possibile, sperando che i cambiamenti di cui vedo i segni maturino nel tempo.

Oppure, da antieuropeista quale sono, potrei decidere di sostenere, almeno col voto di una scheda, la lista No Euro unico partito del centrodestra esplicitamente euroavverso, anche se dubito che potrà avere un certo peso in parlamento.

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