24 giugno 2006

La fine dell'Italia e l'inutilità di essere blogger?

...L’Italia è perduta, l'Europa, con tutta la sua storia, la sua cultura, il suo pensiero, i suoi poeti, i suoi scrittori, la sua arte, la sua musica, i suoi figli, è perduta....

Sono parole di Ida Magli, tratte dal sito Italiani Liberi.
Le metto in evidenza, ammesso che qualcuno voglia leggerle, pensando che possano contibuire ai discorsi sul ruolo degli aggregatori, come possono essere Tocqueville o altri, meglio di quanto possa fare io.
Non so dire se la situazione in Italia sia drammatica così come la descrive la Magli.
Certo è che mai, nella loro storia, agli italiani era stata finora negata la possibilità di denunciare come tale, un pericolo che li minacciava.
L'Unificazione Europea, che lentamente erode la sovranità del nostro paese viene presentato come il più alto degli ideali.
La migrazione di interi popoli del nostro territorio è presentata non come un'invasione foriera di destablilizzazione e conflitti presenti e futuri, ma come un'opportunità economica per le aziende e per le casse dello stato(?), e come un'occasione di praticare virtù cristiane per gli individui.
Questo per rimanere sui temi più importanti, riguardo ai quali del centrosinistra al governo già conosciamo la posizione, e che cercherà di realizzare con tutta la forza dell'essere al governo, e con tutta la persuasione dell'egemonia culturale che possiede, in base alla quale stabilisce quale sia il "bene" da perseguire e quale il "male" da riprovare.
Agli italiani non è stata presentata un'alternativa forte da poter scegliere apertamente e convintamente, e Silvio Berlusconi, che mi rammenta quel tizio che tappava il buco nella diga con un dito, è stato infine, almeno così mi pare, spazzato via.
La possibilità di internet di far circolare ed unire idee ed informazioni certo non è da sottovalutare.
Il problema è che questo può essere un buon inizio, ma che prima che si trasformi in "movimento" di massa richiederà tempo.
Ma quanto tempo abbiamo a disposizione?