02 marzo 2006

Anche le formiche nel loro piccolo sono antieuropeiste.

Dice: ma tu che ne capisci di Unione Europea?
Io? Niente! Rispondo.
E allora che vuoi?
Come che voglio? Proprio capirne di più voglio: solo che uno più ne sà, più non ne capisce niente.
Ma non capisci, e già parti antieuropeista?
Per forza; se non ci capisco perché devo essere in EUropa a prescindere?! Nessuno compra a scatola chiusa.
Vabbè ma se aspettiamo che tu ne capisci qualcosa...allora non si fa mai niente!
Si, ma mica sono solo io!
Oddìo, parlo per me, però sono convinto che la maggior parte delle persone rinunci semplicemente ad approfondire la questione.
E questo lo si può verificare quotidianamente dalla gente intorno a noi.
E se siamo in democrazia, questo dovrà pur contare qualcosa! E secondo me, già il fatto che il cittadino qualunque ne capisce poco è una grave limitazione della tanto sbandierata sovranità popolare.
Tutti ne hanno solo una vaga idea, e personalmente più cerco di capirne, più capisco che la portata del progetto di unificazione e talmente vasta in tutte le sue implicazioni che sarebbe molto meglio rinunciare a realizzarla invece di continuare ad illudersi di poterne dominare i processi che si innescano e le relative conseguenze.
Invece è praticamente tutta roba per gli addetti ai lavori, economisti e politici, e francamente pare che neanche loro abbiano le idee tanto chiare!
Il cittadino che vuole informarsi poi, deve prima attraversare la distesa di melassa euroentusiasta che gronda perfino dalle più alte cariche istituzionali, nostrane ed estere, per poter arrivare di fronte ai palazzi del potere Europeo con un minimo di disincanto. Poi deve cercare di vincere la soggezione di fronte all’immensa struttura edificata in tutti questi anni, ed una volta dentro imparare ad orientarsi nel dedalo dei meccanismi di funzionamento di tutto l’apparato…bah scusate, io passo la mano!
Vero è che negli ultimi tempi le cose sono cambiate, ma solo perchè i politici sono stati messi di fronte ad avvenimenti che hanno messo a dura prova la tipica retorica europeista del volemose bbene, tutti insieme appassionatamente.
Dalle difficoltà economiche alla politica estera, dai referendum sulla Costituzione Europea ai disaccordi monetaristici...rebate e sovvenzioni all'agricoltura.
Tante cose non tornano, ed è sempre più difficile non parlarne per i mezzi d'informazione.
Comunque al cittadino,almeno italiano, ancora viene chiesto semplicemente di fidarsi dell’azione dei governanti e degli oscuri burocrati che si aggirano nei lontani corridoi delle sedi di Bruxelles.
E gli viene chiesto di produrre, lavorare per rilanciare l’economia dell’Europa.
Lavorare senza saperne veramente qualcosa, come tante formichine indaffarate.
Perché di fronte al gigante UE il cittadino si riduce proprio alle dimensioni di una formica senza nessun potere di influenza nei confronti di chi prende decisioni vitali per centinaia di milioni di persone.
Eppure perfino le formiche, che sono tra le creature più bellicose in natura, sarebbero contrarie a progetti di unificazione dei formicai.
E allora come un bravo imenottero, il più misero e insignificante di tutti, voglio fare la mia piccola parte in difesa del piccolo formicaio italiano, sperando che mentre noi insettini di tutti i tipi ci accapigliamo l’uno contro l’altro, non arrivi qualche grosso insettivoro a divorarci.

2 commenti:

Lo PseudoSauro ha detto...

Vedo che hai aperta bottega. Purtroppo non ci sono alternative politiche dunque si deve rispolverare il vecchio tura naso. Ma la Confraternita sta cominciando a perdere i pezzi e fra un po' anche il pensiero conforme comincera' a cedere il passo all'evidenza. Speriamo solo di essere ancora in tempo.

Mandì ha detto...

Io penso che siamo ancora in tempo, almeno per evitare i danni più grossi, ma che alla fine non sarà per merito della classe politica nostrana.
Ma comunque il prezzo da pagare sarà salato, e lo pagheremo tutti, italiani e immigrati.

Grazie per la visita: 'sto blog mi serve solo per fare presenza. Penso che non scriverò molto...